Periodicamente torna fuori, come se nulla fosse, ma il Priorato di Sion, misteriosa setta custode di millenari segreti, è una bufala moderna.
Lo ha reso famoso Dan Brown con il suo Codice Da Vinci, ma da allora, nonostante mille smentite e confutazioni, torna a galla. Ecco come stanno le cose…
Il “Priorato di Sion” sarebbe una misteriosa e antichissima setta, custode di millenari segreti e fondatrice dell’ordine dei Templari.
Si dice ne facessero parte alcuni iniziati come Leonardo Da Vinci, Isaac Netwon, Victor Hugo e Claude Debussy. Il Priorato è diventato d’attualità con il successo del romanzo Il Codice Da Vinci, di Dan Brown, dove la setta ha un ruolo centrale.
Nella realtà, la setta è stata inventata di punto in bianco dal francese Pierre Plantard nel 1956.
Plantard ha preso il nome «Priorato di Sion» da una montagnola sopra Annemasse, dove pensava di installare una casa per ritiri spirituali.
Sapeva anche di poter dare una patina di antichità alla sua setta perché nell’antichità esisteva una “Abbazia di Nostra Signora del Monte Sion” fondata nel 1099 a Gerusalemme da Goffredo da Buglione, divenuto re di Gerusalemme in seguito alla Prima Crociata.
La comunità di monaci dell’abbazia (e non “priorato”, dal momento che il superiore era chiamato abate e non priore) in Palestina sopravvisse fino al 1291, quando fu travolta dall’avanzata musulmana.
I pochi monaci sopravvissuti si rifugiarono in Sicilia, dove la loro comunità si estinse nel XIV secolo. Si trattava di una normale comunità monastica senza alcun collegamento con i Templari, la Maddalena o segreti esoterici il cui “recupero” da parte di Plantard si risolve nel semplice riferimento a un nome.
Quanto alla lista di “iniziati” che avrebbero fatto parte del Priorato, Plantard la copiò dall’elenco di presunti Imperator, cioè capi supremi, dell’Antico e Mistico Ordine Rosae Crucis, fondato nel 1915 negli Stati Uniti da un altro creatore di fantasie, Harvey Spencer Lewis, con cui Plantard era in contatto.
Non era una novità, tutte le organizzazioni esoteriche fondate dal XVIII secolo a oggi si dotano di genealogie mitiche che risalgono ai Templari, a Noè, a san Giovanni o a Salomone e “inglobano” personaggi famosi della storia, della letteratura e dell’arte.
In genere i loro membri meno sprovveduti sono consapevoli del carattere meramente simbolico e mitico di queste genealogie.
Plantard, antisemita, antimassonico ed esponente della destra francese, orchestrò questa macchinazione per creare una linea storica verosimile che dimostrasse la sua discendenza dai merovingi.
Essere erede di una tale dinastia gli avrebbe procurato un enorme vantaggio rispetto ai molti Gran Maestri di ordini concorrenti.
E i merovingi erano una dinastia persa nelle nebbie della storia, che gli dava un’ampia possibilità di manovra.
Non esiste però discendenza di Dagoberto II, né tantomeno vivono Merovingi pretendenti a un trono che è caduto con Luigi XVI.
Per chi volesse approfondire, suggerisco il bel libro di Mariano Tomatis: Dietro il Codice Da Vinci. E poi qui, dal museo di Rennes-le-Chateau, curato sempre da Mariano, una scheda con approfondimenti.
Massimo Polidoro
Scrittore, giornalista e Segretario del CICAP, è stato docente di Metodo scientifico e Psicologia dell’insolito all’Università di Milano-Bicocca. Allievo di James Randi, è Fellow del Center for Skeptical Inquiry (CSI) e autore di oltre 40 libri e centinaia di articoli pubblicati su Focus e altre testate. Rivelazioni e Il tesoro di Leonardo sono i suoi libri più recenti, insieme ai thriller Il passato è una bestia feroce e Non guardare nell’abisso. Segui Massimo anche su Facebook, Twitter, Periscope, Instagram, Pinterest, Telegram e la sua newsletter (che dà diritto a omaggi ed esclusive). Per invitarmi a tenere una conferenza scrivete qui.
3 risposte
in realtà Dan Brown , per il suo romanzo , ha praticamente preso quasi per intero la “teoria” esposta da Michael Baigent, Henry Lincoln, Richard Leigh in ” Il santo Graal “
Verissimo. È anche stato intentato un processo per plagio contro Dan Brown, ma Baigent e soci lo hanno perso perché per vincere avrebbero dovuto ammettere che il loro libro era un’opera di fantasia: non è infatti vietato ispirarsi a saggi di storia, mentre lo è copiare una fiction già esistente. Così, è finita che hanno dovuto pagare loro due milioni di risarcimento per le spese legali.
Sempre il solito schema : riferimento al mitico passato, un ritrovamento inventato ed il gioco é fatto. Anche i Mormoni sono nati così, col mitico ritrovamento di un libro. Ovviamente era tutto falso. Ma tanto qualche credulone abbocca sempre. Del resto sulla credulità popolare sono nate molte leggende, quindi non mi stupisco che abili imbroglioni riescano a produrne di altre. Una volta mi sono divertito ad inventarne una anche io parlando delle 4 comete dell’apocalisse. Ci hanno creduto. Questo significa che siamo un paese di creduloni? Da questo mio piccolo esperimento ho capito che molta gente non è in grado di mettere al vaglio del pensiero critico una notizia, per quanto inverosimile possa essere. Comete, il numero 4 e apocalisse sono parole troppo affascinanti per chi crede alle cose irrazionali. C e astrologia, numerologia cabalistica e rivelazione evangelica. Tre miti in uno. Difficile non crederci o non venirne attratti. Sono giochi belli solo se durano poco. Se diventano di massa invece diventano cose un Po più serie, rischiano di divenire paranoie collettive. Basta pensare alle scie chimiche o a chi sostiene la terra piatta.