Niente di meglio, per riprendersi dopo la pausa estiva, che una classica bufala: quella dei Protocolli dei Savi Anziani di Sion, vera e propria “madre” del complottismo moderno.
Si tratta di un lungo pamphlet scritto alla fine dell’800, e poi pubblicato per la prima volta in Russia, che pretendeva di rappresentare l’autentica trascrizione del primo congresso sionista, convocato a Basilea, in Svizzera, nel 1897. A scriverlo sarebbe stata una misteriosa spia zarista presente all’incontro. In esso si esponeva il piano degli Anziani per la conquista del mondo da parte degli ebrei.
Fu soprattutto un ex gesuita e abate francese, Augustin de Barruel, considerato oggi per i suoi libri il più grande teorico del complotto della storia, ad alimentare le accuse paranoiche contro gli ebrei. Fu lui, per esempio, a ipotizzare che dietro le tre grandi società degli Illuminati, dei Massoni e dei Templari ci fossero gli onnipresenti ebrei, veri padroni di un impero invisibile. Non è dunque un’esagerazione affermare che le sue idee, oltre a rappresentare la fonte primaria per i Protocolli, stabilirono alcune delle fondamenta intellettuali delle visioni del mondo che culminarono nei regimi sovietico e nazista.
In realtà, i Protocolli sono un falso, come fu dimostrato da una serie di articoli del Times di Londra pubblicati nel 1921, frutto del plagio di precedenti opere di satira politica non correlate agli ebrei.
Il testo fu redatto nel 1903, forse da un agente della polizia segreta russa, all’epoca dell’Affare Dreyfus, quando un ufficiale dell’esercito francese di famiglia ebraica fu accusato ingiustamente di spionaggio a favore della Prussia. Fu l’antisemitismo di chi voleva a tutti i costi vedere condannato Alfred Dreyfus, e quindi dimostrata la pericolosità degli ebrei, a favorire la costruzione dei Protocolli.
Questo libercolo sarebbe finito nel dimenticatoio se Henry Ford, il magnate dell’automobile, non l’avesse preso per vero facendolo ristampare negli Stati Uniti. «Si accordano perfettamente con ciò che sta succedendo nel mondo» commentò Ford a proposito dei Protocolli. «Hanno sedici anni di vita e spiegano perfettamente gli avvenimenti accaduti fino ad ora».
In Germania, i nazisti ne presero atto e Hitler fece dei Protocolli uno dei cardini della sua campagna antisemita, citandoli spesso a dimostrazione che «l’intera esistenza di questo popolo si basa su una continua menzogna».
«Che i Protocolli siano stati presi sul serio all’inizio, può essere spiegabile perché essi venivano presentati come una scandalosa scoperta, e da fonti tutto sommato attendibili» osserva Umberto Eco. «Ma quello che appare incredibile è che questo falso sia rinato dalle proprie ceneri ogni volta che qualcuno ha dimostrato che si trattava di un falso, al di là di ogni dubbio. E la storia continua ancora oggi su Internet. Come se, dopo Copernico, Galileo e Keplero, si continuassero a pubblicare manuali scolastici in cui si ripete che il sole gira intorno alla terra».
Per approfondire: un testo dall’Holocaust Memorial Museum
Oltre al mio Rivelazioni. Il libro dei segreti e dei complotti, dove le origini del complottismo sono discusse nel corso della prima parte, vi consiglio l’ottima analisi di Daniel Pipes Il lato oscuro della storia. L’ossessione del grande complotto (Lindau), dove si approfondiscono le radici religiose, economiche e ideologiche che hanno fatto di tale ossessione un pericoloso strumento che ha indubbiamente cambiato il corso della storia.
Massimo Polidoro
Scrittore, giornalista e Segretario nazionale del CICAP, è stato docente di Metodo scientifico e Psicologia dell’insolito all’Università di Milano-Bicocca. Allievo di James Randi, è Fellow del Center for Skeptical Inquiry (CSI) e autore di oltre quaranta libri e di centinaia di articoli pubblicati su Focus e numerose altre testate. Rivelazioni. Il libro dei segreti e dei complotti (Piemme) è il suo libro più recente. Si può seguire Massimo Polidoro anche su Facebook, Twitter e Google+.
2 risposte
Io penso che “il complottismo” (parlo dell’atteggiamento mentale non delle bufale di cui si alimenta ) vive, nel campo dell’informazione, nello stesso ambito in cui, nei campi della logica o della matematica o della linguistica , si sono sviluppati i teoremi di limitazione (incompletezza, indecidibilità…). Per smontare una teoria complottista è necessario usare gli strumenti che i complottisti attaccano (metodo scientifico, autorevolezza, ricerca) e quindi il fatto che la stai smontando è la dimostrazione che è vera.
E’ sicuramente più realistica e avvincente e la storia di Johann Adam Weishaupt, fondatore dell’Ordine degli Illuminati o Illuminati di Baviera che dir si voglia. Saluti.