Una nuova rivista dedicata all’indagine scientifica del crimine, ai gialli e al mistero, e che si intitola per l’appunto Crime & Scienza, è da oggi in edicola. Ve ne voglio parlare perché un poco è anche “figlia” mia…
Si tratta del primo tentativo di trattare, con un approccio giornalistico poco interessato allo “splatter” e più a come la scienza affronta il crimine, un tema delicato e controverso come quello della cronaca nera. Non si voleva fare però una rivista per soli specialisti e per questo era necessario che la scrittura e l’approccio facessero riferimento al miglior giornalismo d’inchiesta e coinvolgessero anche scrittori di qualità.
Per raggiungere questo risultato, il direttore Jacopo Loredan, già direttore per lo stesso editore (quello di Focus) del mensile Jack, ha voluto accanto a sé un gruppo di serie personalità ed esperti attenti che potessero garantire tutti questi aspetti. Ecco allora che tra i collaboratori della rivista, tra l’altro in gran parte già autori di best-sellers, ci sono il più celebre criminologo italiano, Massimo Picozzi; l’investigatore più reputato, Vittorio Rizzi, capo della Mobile di Roma e della squadra “casi freddi” che ha risolto numerosi delitti rimasti a lungo insoluti (tra gli ultimi il caso dell’Olgiata); il più apprezzato esperto di scena del crimine, Luciano Garofano, già capo dei Ris di Parma; la patologa forense punto di riferimento di tutti i tribunali del Paese, Cristina Cattaneo. E poi uno scrittore di qualità come Alessandro Perissinotto, giornalisti d’esperienza come Marco Gregoretti e Marco Consoli e persino Boosta, fondatore dei Subsonica e autore di romanzi.
Perché dicevo che questo giornale è anche un poco “figlio” mio? Perché ho avuto la possibilità di essere stato coinvolto da Jacopo sin dall’inizio in questo progetto, per me assolutamente stimolante e intrigante. Per questo numero, tra le altre cose, ho quindi seguito un’inchiesta sui “Crimini su Facebook” e su come il web possa rappresentare a volte una trappola per gli ingenui, siano essi vittime che si lasciano incantare o criminali che seminano indizi per tutta la rete che alla fine portano alla loro cattura.
E poi, la cosa che come forse sapete mi appassiona di più, ho avuto la possibilità di curare tutta la parte di “Archivio storico“, raccontando per esempio che cos’era la Banda della Magliana, per capire se oggi ha cambiato pelle ed è ancora in azione; chi era il Bandito Giuliano, per interrogarsi sull’ipotesi che non sia morto ma sia riuscito a salvarsi; come funzionava lo schema a piramide del grande truffatore Charles Ponzi, modello dei moderni Bernard Madoff e relativi imitatori dei Parioli; perché la rapina di via Osoppo a Milano fu la prima rapina moderna e chi era il commissario Nardone che a breve verrà raccontato da una fiction della Rai.
Ma non è finita, perché in qualche modo c’è anche un po’ di CICAP in questo giornale. Sì, perché oltre a me vi collaborano anche Lorenzo Montali, ricercatore di psicologia sociale all’Università di Milano-Biccocca e direttore di Query, che cura una rubrica sulle leggende urbane, e Mariano Tomatis, divulgatore scientifico e illusionista, da sempre amico del Comitato, che segue una rubrica dedicata a “numeri e crimine”.
Insomma, se questi argomenti vi incuriosiscono o vi appassionano, Crime & Scienza potrebbe essere un buon modo per approfondire. Provate a leggerla e fateci sapere che ne pensate.
Una risposta
Caro Massimo, ti conosco per via di alcuni tuoi interventi televisivi, trovo interessanti le cose che fai e che fa il cicap, da tanto tempo convivo con il ricordo di uno strano evento che mi è capitato in casa e vorrei che provassi a darmi una spiegazione: mi trovavo in casa da solo con mia sorella, stavamo parlando in una zona interna dell’appartamento (non vicino alle finestre), tutte le finestre di casa erano chiuse e noi ci trovavamo al secondo piano della palazzina, ad un tratto mentre parlavamo, una pietra grande quasi quanto un pugno, cadde a pochissima distanza da me, ci fu un piccolo tonfo per via della caduta asolutamente verticale della pietra come se provenisse dal soffitto che, però era integro. naturalmente ho pensato che potesse essersi staccato un pezzo d’intonaco ma, in realtà la pietra era del tutto irregolare, con superfici grezze e pareti e soffitto erano intatti, ho raccolto la pietra che ha visto pure mia sorella e l’ho tenuta con l’intenzione di farla a analizzare da qualcuno, purtroppo, dopo pochi giorni, così come è venuta, è sparita senza lasciare tracce e senza che nessuno a casa l’avesse presa.
Spero tu sappia dirmi se ti sei imbattuto in casi analoghi e quale possa essere la spiegazione al fatto.
Ciao
giovanni Scaglione