«Stop ai ciarlatani e agli pseudo-scienziati nei talk show. Quando per radio o in tivù si discute di questioni serie come il clima o la salute, non si dovrà più dare il microfono a chi non ha titolo per intervenire, a chi sostiene idee stravaganti e non certificate dalla comunità scientifica».
Lo racconta Riccardo Chiaberge su l’Unità del 12 luglio, dove parla anche del mio Rivelazioni. Il libro dei segreti e dei complotti, e continua: «Come il dottore in scienze della comunicazione che millanta di trasformare le cellule staminali in neuroni. O il medico imbroglione che sconsiglia l’uso dei vaccini. O l’onorevole pronto a giurare che i jet nebulizzano sostanze micidiali nell’atmosfera per condizionare le nostre menti, e che ci hanno messo un microchip sotto la pelle. Nessuno di questi signori verrà più fatto accomodare nei divanetti televisivi. Mai più, dite sul serio? Oddio, e ora come passeremo le nostre serate? Chi ci spiegherà nei dettagli la profezia Maya sulla prossima fine del mondo? Sai che noia, senza la razione quotidiana di Nostradamus e di Templari…»
Nel suo articolo, Chiaberge spiega come «La pronuncia del Trust della Bbc, l’equivalente del consiglio di amministrazione Rai, è motivata dalla crescente invadenza mediatica di opinionisti ostili alla teoria del “riscaldamento globale”, legati al think tank conservatore di Nigel Lawson. Ma ha una portata più generale: la par condicio non va applicata alla lettera. Se si parla dell’ultimo fossile di dinosauro, non è obbligatorio invitare un creazionista. Se viene scoperto un nuovo pianeta, si può anche fare a meno di sentire il parere dell’astrologo. E se il tema è il mutamento climatico, non è il caso di fare da megafono agli ecoscettici».
Ben altro panorama rispetto a quello italiano, dove «nelle varie Gabbie che arredano il nostro zoo televisivo vince non chi è più competente, ma chi sbraita più forte e le spara più grosse. È l’apoteosi del crackpot. Tutto diventa opinabile, anche un’analisi del Dna ripetuta con risultati identici da quattro laboratori indipendenti».
«Viviamo in un’epoca senza più segreti, nel mondo trasparente delle intercettazioni e di WikiLeaks» continua Chiaberge. «Eppure, o forse proprio per questo, mai come oggi prosperano le teorie complottistiche, dall’11 settembre al Club Bilderberg. In Rivelazioni. Il libro dei segreti e dei complotti (Piemme), il giornalista e psicologo Massimo Polidoro, cofondatore del CICAP (Comitato italiano per il controllo delle affermazioni sulle pseudoscienze) ce ne offre un campionario vastissimo, e suggerisce le armi per difenderci.
Tre effetti negativi del cospirazionismo
«Il cospirazionismo è una sindrome invalidante, non solo in Italia» prosegue Chiaberge e poi, citando dal mio libro, “Un primo effetto negativo – scrive Polidoro – è quello di indurre un senso di impotenza politica. Che cosa può fare la gente comune, se il mondo è gestito da società segrete come gli Illuminati, famiglie facoltose come i Rockefeller o i Rothschild, agenzie di intelligence come la Cia o il Kgb, che operano in segreto per stabilire un nuovo ordine mondiale? Tanto vale arrendersi”.
«Ancora più devastante il secondo effetto: l’angoscia per un pericolo inesistente induce a comportamenti suicidi. “Credere che i vaccini siano responsabili dell’autismo è una teoria che non ha fondamento e nasce dalla truffa di un medico radiato dall’albo, Andrew Wakefield, pagato per dichiarare il falso… Chi rifiuta di vaccinare i propri figli non solo li espone al rischio di malattie che si ritenevano debellate come il vaiolo, la rabbia o il tetano, ma contribuisce alla diffusione dei virus anche nel resto della popolazione”. E proprio in questi giorni abbiamo saputo che la disinformazione ha fatto breccia, tanto che le vaccinazioni contro rosolia e morbillo sono crollate del 25%.
«Il terzo effetto è deviare la protesta sociale verso falsi obiettivi: la campagna sulle cosiddette «scie chimiche», l’innocua condensa degli aeroplani spacciata per misteriosi gas venefici, distoglie l’attenzione da minacce autentiche come gli scarichi delle auto o i rifiuti tossici.
«Ben più della tv, sono i social network il nuovo terreno di coltura di queste paranoie collettive. Su Facebook non contano verità e menzogna, ma la rispondenza o meno della «narrazione» ai pregiudizi di chi legge e «condivide». E poiché i social stanno diventando la fonte privilegiata di notizie per le nuove generazioni, che diffidano dei media tradizionali, non c’è da stare allegri: la democrazia digitale è allergica ai Trust, e crackpots e spacciatori di bufale possono scorrazzare indisturbati».
Qui l’articolo completo di Riccardo Chiaberge
Massimo Polidoro
Scrittore, giornalista e Segretario nazionale del CICAP, è stato docente di Metodo scientifico e Psicologia dell’insolito all’Università di Milano-Bicocca. Allievo di James Randi, è Fellow del Center for Skeptical Inquiry (CSI) e autore di oltre quaranta libri e di centinaia di articoli pubblicati su Focus e numerose altre testate. Rivelazioni. Il libro dei segreti e dei complotti (Piemme) è il suo libro più recente. Si può seguire Massimo Polidoro anche su Facebook, Twitter e Google+.
15 risposte
Certo, se la regola è che tutti i sostenitori del riscaldamento globale scrivono su riviste il cui direttore è favorevole al riscaldamento globale, non mi stupisco di trovare il 97 per cento. Come dire che i medici che scrivono sulle riviste di omeopatia sono favorevoli all’omeopatia, o che gli astrologi che scrivono sulle riviste di astrologia credono nell’influsso dei segni zodiacali… forse dovresti leggere qualche libro di Silvano Fuso, o magari di Massimo Polidoro sull’argomento 😉 … forse si potrebbe fare un sondaggio su tutti gli istituti universitari, per vedere quanti sono veramente convinti del riscaldamento globale. Magari il sondaggio deve contenere questa postilla: “naturalmente, se si dovesse verificare che non c’è riscaldamento globale, i suoi sostenitori saranno spernacchiati, insultati e calunniati come ora si fa con i cosiddetti “negazionisti””. Vediamo quanti ti rispondono arciconvinti…
le famose percentuali bulgare
Ero certo che sarebbe bastata qualche pioggia per fare gridare al complotto sul riscaldamento globale 🙂
Concordo aò 100% con Alberto: al gore si è dimostrato un ciarlatano, a palermo il 23 luglio piove….
Sino alle 08.22 del 23 luglio pensavo che il Cicap fosse MOLTO seria. Evidentemente devo rivedere qualcosa.
Caro Piero, se basta una pioggia a farti dubitare delle conclusioni della stragrande maggioranza degli scienziati… sei libero di farlo. Tuttavia, ti invito a valutare i dati accertati e a non affidarti solo alle sensazioni personali, si rischia di sbagliare.
“Oltre allo studio delle variazioni dei ghiacciai del Parco nell’ultimo mezzo secolo, è stato anche possibile ottenere informazioni sull’entità del glacialismo antico nella Valle dei Forni. I ricercatori hanno ritrovato infatti un tronco di larice che la datazione C14 ha indicato risalente a ben 4000 anni fa. Il tronco è stato ritrovato parzialmente inglobato in una morena laterale a circa 2400 m di quota e la sua presenza suggerisce pertanto che 4000 anni fa la foresta si estendesse sino a quote così elevate, testimoniando un periodo climatico più caldo dell’attuale e una minore estensione del Ghiacciaio dei Forni, attualmente il Ghiacciaio vallivo più grande d’Italia. Il limite del bosco nella valle dei Forni è posto oggi a circa 2000 m di quota, 600 m più a valle della fronte glaciale e a ben 2 km di distanza da questa. Se 4000 anni fa il bosco raggiungeva (e forse superava) i 2400 m di quota dobbiamo immaginare che le fronti glaciali fossero arroccate a quote ben superiori e che probabilmente in quel periodo il Ghiacciaio dei Forni abbia raggiunto una delle sue minime estensioni reali.” (http://altoadige.gelocal.it/bolzano/cronaca/2013/12/28/news/ancora-ottant-anni-e-poi-addio-ai-ghiacciai-delle-alpi-1.8373369) .Uno dei tanti esempi infatti sempre piu spesso si trovano tracce di boschi nei terreni lasciati liberi dai ghiacciai, Dunque 4000 anni fa c’erano già problemi di riscaldamento globale! E questo si che è un fatto! Ps. “la maggioranza degli scienziati” aveva predetto 20 anni fa che la sicilia sarebbe stata desertificata. ….Fare un mea culpa no???
Piero, personalmente non ho posizioni da difendere né mi considero il “portavoce della scienza”. Mi limito a riportare quelli che sono i fatti accertati e le ipotesi più accreditate presso la comunità scientifica, poi ognuno può scegliere di ignorarli, ovviamente. Singoli esempi, come quello del ghiacciaio dei Forni, difficilmente possono cambiare lo stato delle cose. Sarei invece curioso di sapere quando e come “la maggioranza degli scienziati” si espresse sulla desertificazione della Sicilia.
La desertificazione in Italia[modifica | modifica sorgente]
Il recente rapporto sulla situazione ambientale in Italia stilato dall’INEA sottolinea come più del 50% del territorio è stato considerato potenzialmente a rischio. Intere regioni come la Sicilia, Sardegna, Calabria, Basilicata, Puglia e Campania, e parte di altre regioni: Lazio, Toscana, Molise, Marche e Abruzzo. Inoltre è importante sottolineare che già il 4,3% dell’intero territorio italiano (1,2 milioni di ettari) è già sterile mentre il 4,7% (1,4 milioni di ettari) ha già subito fenomeni di desertificazione. Il principale motivo di questo avanzante deterioramento ambientale si può addebitare anche a fattori ambientali, quali la diminuzione di apporti meteorici, che ha causato minor apporto idrico nella rete idrica superficiale, quali fiumi e laghi.
http://it.wikipedia.org/wiki/Desertificazione
Saluti.
Ti ringrazio per la segnalazione, ma non vedo previsioni di 20 anni fa da parte della “maggioranza degli scienziati”. Qui si parla di rischi potenziali per il futuro.
Come uomo di scienza, non posso che irritarmi nel vedere paragonare “la crescente invadenza mediatica di opinionisti ostili alla teoria del “riscaldamento globale” ” a quella dei propagatori di altre bufale scientifiche. Vogliamo dirlo una buona volta che la teoria del riscaldamento globale non sta in piedi da nessuna parte? Che questo è il più grande scandalo scientifico dei nostri tempi? Vi siete accorti che siamo alla fine di luglio e ci sono stati solo due giorni un po’ caldi? E che questo si ripete ormai da una decina d’anni, nonostante i continui allarmi su di un fantomatico riscaldamento che non si vede più da nessuna parte, e che al massimo c’è stata una piccola oscillazione calda nel penultimo decennio, come ce ne sono state a migliaia nella storia del nostro pianeta? Chi sono i ciarlatani? Non vi rendete conto che proprio questo atteggiamento dà forza e argomenti alle paranoie dei complottisti?
Come in tutte le questioni, bisogna discernere le opinioni dai fatti. E per quel che riguarda il tema del riscaldamento globale, una buona valutazione dei fatti la può trovare qui: http://www.cicap.org/new/articolo.php?id=274240
In breve, alla domanda: esiste un riscaldamento globale? I climatologi e la maggioranza della comunità scientifica sono concordi nel rispondere che un riscaldamento è in atto. Le temperature, secondo numerosi studi, sono in deciso rialzo rispetto ai secoli passati.
A che cosa è dovuto questo riscaldamento, a cause naturali o alle emissioni di gas serra nell’atmosfera? Anche in questo caso la comunità scientifica è abbastanza concorde nel ritenere che tale riscaldamento sia probabilmente imputabile alle emissioni antropiche di gas serra, almeno per la maggior parte. Nonostante non si possano escludere a priori altre cause, oggi ancora sconosciute, l’effetto dei gas serra sul clima è l’unico ritenuto ragionevolmente dimostrato. Diversi calcoli sono stati eseguiti per calcolare l’effetto serra dovuto all’emissione di anidride carbonica e altri gas in atmosfera e i risultati mostrano chiaramente che tali gas possono provocare un riscaldamento del clima mondiale.
Quali saranno le conseguenze? Questa è la domanda su cui si discute di più nella comunità scientifica. Anche se esistono numerosi dati, non è ancora possibile creare un unico modello che simuli con precisione le conseguenze dell’emissione di gas serra a seguito delle attività umane. Sono controverse le possibilità predittive di tali modelli che devono tenere conto di un numero enorme di variabili poco note.
Caro Massimo, quello che scrivi tu e il Cicap non può far altro che confermarmi nelle mie impressioni. Non c’è alcuna CERTEZZA che ci sia un riscaldamento globale, nè che questo sia provocato dall’uomo, né tampoco che questa causa sia la CO2. Nè che ci sia unanimità degli scienziati sull’argomento. Come dici tu stesso, la cosa è estremamente complicata, e allora perché gli scettici debbono essere equiparati ai ciarlatani, tanto da considerare un dovere tappargli la bocca, come arrogantemente pretendono i riscaldatori? Questo mi dà enormemente fastidio, tanto da farmi pensare che siano proprio i riscaldatori ad essere in malafede. Certo, prendere ad esempio una giornata fredda per dire che non c’è un riscaldamento non è scientifico, ma altrettanto si può dire di chi ha preso un ventennio tra il 1980 e il 2000 per dire che c’è! Le variazioni climatiche hanno ciclicità che possono durare decenni, come millenni, come milioni di anni. Anzi , se si guarda , negli ultimi 200 milioni di anni la temperatura del pianeta è stata molto più calda di adesso, poi negli ultimi due milioni ci sono state le ere glaciali, intervallate però da altrettante ere interglaciali calde. La media è la media! Quindi l’anomalia non è che faccia caldo! Anzi se il clima si dovesse riscaldare, vorrebbe dire che si sta tornando alla normalità. Concludo con due link: http://scienzaviaggi.blogspot.it/2012/12/ma-che-freddo-fa.html in cui sintetizzo un po’ di fatti, e la lunghissima polemica sul sito del cicap http://www.queryonline.it/2010/05/30/puo-uno-scettico-ragionevole-sostenere-la-legge-sul-cambiamento-climatico/comment-page-1/#comments
Le tue osservazioni sono per molti versi condivisibili, Alberto. Vero che manca la certezza assoluta e vero che non c’è accordo totale tra gli scienziati: però, la stragrande maggioranza, sulla base dei dati disponibili, propende a favore. Magari saranno smentiti da nuovi dati e nuove verifiche, ma fino ad allora dobbiamo basarci su ciò che sappiamo. In ogni caso, a dimostrazione che il CICAP non ritiene “ciarlatani” coloro che sostengono l’opinione minoritaria, c’è il fatto che nello speciale che abbiamo dedicato al tema su “Query” è dato spazio anche a loro: http://www.cicap.org/new/articolo.php?id=274059
scusa la brutalità, ma anche quella della stragrande maggioranza degli scienziati concordi sul riscaldamento globale puzza di bufala lontano un miglio! Vero è che 31000 scienziati hanno FIRMATO un documento CONTRO il riscaldamento globale, e vorrei vedere ora se ne troviamo altrettanti che lo sostengono. Se fosse vero che il 97 per cento è favorevole al riscaldamento, vorrebbe dire che il 3 per cento di contrari sono quei 31000… e quindi i favorevoli sarebbero un milione! Un milione di firme non si raggiunge neanche quando si fa una proposta di referendum che sia in grado di vincere alla consultazione successiva. Auguri…
Effettivamente, il consenso si aggira sul 97 per cento. Qui qualche riferimento bibliografico per approfondire: http://en.wikipedia.org/wiki/Surveys_of_scientists'_views_on_climate_change