Ricordate quando si è parlato dei Protocolli dei Savi Anziani di Sion come della “madre” del complottismo moderno?
Ebbene, c’è un’altra variante sul tema degli ebrei alla conquista del mondo, vale a dire la tesi fascista del complotto “demo-pluto-giudaico-massonico”. Ma di che cosa si tratta esattamente?
«In genere» ha scritto Umberto Eco «le dittature, per mantenere il consenso popolare intorno alle loro decisioni, denunciano l’esistenza di un paese, un gruppo, una razza, una società segreta che cospirerebbe contro l’integrità del popolo dominato dal dittatore.
«In genere ogni forma di populismo, anche contemporaneo, cerca di ottenere il consenso parlando di una minaccia che viene dall’esterno, o da gruppi interni. Ma chi ha saputo creare intorno ai propri casus belli un efficace contorno di teoria del complotto non è stato solo Hitler, che sul complotto giudaico ha fondato non solo il massacro degli ebrei ma anche tutta la sua politica di conquista contro quelle che la stampa italiana chiamava le plutocrazie demogiudaiche. Un abile miscelatore di casus belli e teoria del complotto è stato Mussolini».
Un esempio si ha alla vigilia dell’invasione dell’Etiopia nel 1935. L’Italia aveva cercato più volte in passato, l’ultima nel 1895, di prenderne possesso ma senza riuscirci. Quando si presentò l’occasione di riprovarci, nazioni come l’Inghilterra protestarono e minacciarono sanzioni.
Mussolini non aspettava altro. Era il pretesto per dimostrare che le potenze democratiche, plutocratiche (dove cioè prevaleva l’influenza della grande finanza), ovviamente ispirate dal capitalismo ebraico, con le loro proteste in realtà puntavano ad affamare l’Italia e a “rubare il posto al sole” cui gli italiani avevano supremo diritto.
«È solo con l’appello a una frustrazione comune (la sindrome del complotto prevede sempre un complesso di persecuzione)» continua Eco «che si rende emotivamente necessario e comprensibile il colpo di scena finale: “con l’Etiopia abbiamo pazientato quarant’anni”, concluse il suo discorso Mussolini, “e ora basta”».
Subito dopo iniziò l’invasione italiana…
Massimo Polidoro
Scrittore, giornalista e Segretario del CICAP, è stato docente di Metodo scientifico e Psicologia dell’insolito all’Università di Milano-Bicocca. Allievo di James Randi, è Fellow del Center for Skeptical Inquiry (CSI) e autore di oltre 40 libri e centinaia di articoli pubblicati su Focus e altre testate. Rivelazioni e Il tesoro di Leonardo sono i suoi libri più recenti, mentre Il passato è una bestia feroce è il primo thriller di una nuova serie. Si può seguire Massimo Polidoro anche su Facebook, Twitter, Google+, Instagram e attraverso la sua newsletter (che dà diritto a omaggi ed esclusive).
5 risposte
Nella definizione del complotto viene omesso il fatto che nell’operazione delirante dei nazisti c’è anche e soprattutto il bolscevismo.
Un errore gravissimo dal punto di vista storico, visto che si dimentica che tra gli obiettivi di genocidio dei tedeschi vi erano anche le popolazioni slave.
Buonasera sig. Polidoro. Se non vado totalmente errato non era questa la triade verso la quale puntava il dito Ciapanna? ricordo ancora le sue teorie senza alcuna razionalità che mi suscitavano immense risate.
PS, stavo leggendo alcune teorie, sicuramente complottiste, che danno per buona la convivenza fra Dinosauri e Homo Sapiens. In quell’articolo in internet lessi anche di manufatti che sarebbero datati 300 milioni di anni. Naturalmente i commenti sotto erano di sapore complottista.
Grazie per i suoi articoli sig. Polidoro.
Complimenti
C’è un passo di Terry Pratchett (tratto da “Jingo”) che mi piace citare a proposito. Rozzamente tradotto dall’originale:
“Era molto meglio immaginare degli uomini in una stanza fumosa, resi pazzi e cinici dal potere e dal privilegio, che complottano davanti a un brandy. Dovevi aggrapparti a questo genere di immagine, perchè se non lo facevi, allora avresti dovuto affrontare il fatto che le cose brutte accadevano perchè delle persone normali, del genere che spazzola il cane e racconta ai bambini le storie della buonanotte, erano capaci di uscire e fare cose orribili ad altre persone normali.
Era tanto più facile dare la colpa a Loro. Era deprimente in maniera desolante pensare che Loro fossimo Noi.
Se erano stati Loro, allora non era colpa di nessuno. Se eravamo stati Noi, allora cosa diventavo Io?
Dopo tutto, Io sono uno di Noi. Devo esserlo. Di sicuro non ho mai pensato a me stesso come a uno di Loro.
Nessuno pensa mai a se stesso come uno di Loro. Siamo sempre uno di Noi.
Sono Loro che fanno le cose brutte.”
Psicologia da bar e humor inglese, ma funziona. 🙂
Funziona benissimo. Grazie Mariano per l’azzeccatissima segnalazione del sempre ottimo Pratchett!