Come già per il primo appuntamento e per il secondo, Giorgio Ferrari mi sottopone un resoconto del terzo incontro al Corso investigatori del CICAP che io giro qui per tutti coloro che non hanno potuto partecipare e mi hanno chiesto di raccontare cosa fosse successo. Buona lettura.
Corso CICAP 2008 – marzo
di Giorgio Ferrari
di Giorgio Ferrari
Il luogo stabilito per l’incontro era a Pavia, sabato mattina, davanti all’università alle 9.00.
Una bellissima giornata di sole e nemmeno a farlo apposta un gran numero di scie … (chimiche?) assortite nel cielo. Arriva Gigi e ci coglie con le mani nel sacco mentre scattavamo diverse foto.
Eravamo così intenti che non ci siamo accorti del suo arrivo. Simone gli risponde
“…avevamo tante cose da fare…” riferendosi alle scie.
Dopo aver caricato le borse in macchina, Simone si gira, mi guarda e dice: “E tu non cominciare a prendere appunti!”.
Passiamo a prelevare Francesco Grassi e il carico si arricchisce di un’asse con le corde per la realizzazione dei cerchi nel grano, più un’asticella con la bandierina numerata per segnalare i punti chiave.
Questa volta gli argomenti di discussione sono le scie chimiche, il complottismo in tutte le sue forme e chiaramente i cerchi nel grano.
Durante il viaggio accade l’incredibile, un misterioso trasferimento di materia. Un elastico fuso di colore verde, come un malloppo ectoplasmatico, si attacca saldamente al cappotto di Simone.
Nella macchina di Gigi può accadere di tutto.
Dopo il classico panino al bar di fiducia, ci ritroviamo tutti nella sala del corso in attesa dell’inizio. Ogni momento di pausa è buono per conoscerci, scambiarci opinioni, materiali e proposte di lavoro, sempre legate alle tematiche del corso.
È il momento di cominciare la terza parte del corso di Investigatori del Paranormale. Francesco Grassi e Marco Morocutti si presentano e illustrano le rispettive competenze. Apprendo che Marco gira sempre con un cacciavite cercafase in tasca.
Comincia proprio lui con un argomento classico, gli UFO, una carrellata di esempi e concetti su come l’argomento ufologico sia così integrato dentro alla nostra società.
Viene subito elencata la definizione di questa parola che ha generato molti equivoci: un UFO è “qualsiasi cosa osservata in cielo o proveniente dal cielo, che l’osservatore non riesce ad identificare con un oggetto a lui noto”.
Prosegue con la nascita dell’ufologia classica, il 24 giugno 1947 con l’avvistamento di Kenneth Arnold e il ruolo giocato dalla stampa in quell’occasione.
Poi la “naturale” evoluzione del fenomeno con l’immancabile saga di “Roswell”, guarda caso nemmeno un mese dopo. Seguono le caratteristiche del fenomeno, i flap, le varie classificazioni,
luci notturne, dischi diurni, le conferme strumentali, tracce al suolo, gli occupanti e chi più ne ha più ne metta.
I due argomenti principali, UFO e cerchi nel grano, data la ricchezza dei contenuti vengono proposti in modo alternato. Marco si prende una pausa e inizia Francesco con il suo argomento.
Viene evidenziata l’evoluzione della complessità dei cerchi nel corso del tempo, dalla semplice circonferenza alle forme più complesse. Si traccia una storia delle prime ricerche, le varie ipotesi e i loro sostenitori, Pat Delgado, Colin Andrews, Terence Meaden, i Circlemakers, il problema della genuinità, la retrodatazione, solo per citarne alcuni.
Vediamo un filmato con protagonista un ricercatore dotato di uno strumento elettronico con antenna, che cammina all’interno di una formazione nel grano. Marco si inserisce nella discussione chiedendo se si può acquistare lo strumento, suscitando un momento di buonumore.
Le due correnti che si formano in base alle idee proposte, i Meadeniani, sostenitori che il fenomeno è sempre esistito e i Delgadoniani che affermano che è iniziato dagli anni 80 in poi. Non potevano mancare i due arzilli vecchietti, Doug & Dave e le conseguenze in seguito alle loro rivelazioni.
Alcuni filmati ci aiutano a comprendere meglio i meccanismi su come si può ricavare un cerchio nel grano. Viene spiegata la realizzazione di quello di Bra effettuato nel 2005 durante un precedente corso del Cicap e in seguito quello creato a Cremona e visto in tv nel programma Voyager.
La parola ritorna a Marco che prosegue con il suo argomento; vengono illustrati alcuni casi pratici di avvistamento del recente passato e la loro relativa soluzione. Immancabile la famosa “autopsia dell’alieno” di Santilli e le polemiche attorno a questo video. Se si parla di UFO non si può non parlare dei contattisti, i rapimenti alieni e la psicologia delle testimonianze.
È arrivato il momento della cena, una pizzata collettiva in allegria. Mentre si prepara il tavolo, Gigi si esibisce nell’apertura di una serratura che le titolari dell’agriturismo non riuscivano più ad aprire da tempo dopo aver smarrito la chiave.
Dopo cena si prepara il protocollo per testare un pranoterapeuta che imponendo le mani sostiene di essere in grado di arrestare la putrefazione di fettine di fegato.
Per ammazzacaffè viene presentato un filmato con una scena di rapimento da parte di alieni, a mo’ di introduzione per l’argomento sui cosiddetti “impianti”. La serata si svolge in modo diverso dal solito, infatti si stampa, dopo averlo scaricato da internet, un articolo che illustra la storia di una donna che avrebbe subito un’abduction e il relativo innesto d’impianto alieno nell’alluce del piede. Lo scopo dell’esercizio era quello di trovare più informazioni possibili su questa storia iniziando dai dati in nostro possesso. Si formano gruppi di lavoro composti da tre persone.
Mentre tutti i partecipanti navigano e riempiono le cartelle di dati, Gigi, tanto per tenersi in allenamento apre una seconda serratura e crea quasi dal nulla una chiave per chiudere la porta del bagno, che ne era sprovvista dall’inizio del corso.
Al termine della serata ogni gruppo presenta i risultati della ricerca. Ognuno di noi ha “scovato” nella rete dei particolari interessanti che permettono l’aggiunta d’informazioni utili per ampliare il resoconto iniziale.
Durante la serata arrivano inattese delle risate generali quando apprendiamo dove sono finite le ragazze durante la ricerca: un sito per feticisti. Utilizzando alcune parole chiave come alluce e piede il gruppo formato da Alessandra, Raffaella e Zaira partendo da siti ufologici è finito in tutt’altri lidi. Le vie di internet sono proprio infinite.
La giornata di domenica inizia con Simone che ci relaziona riguardo al fenomeno dei cosiddetti “capelli d’angelo”. Si tratterebbe di una sostanza filamentosa che cadrebbe al suolo dopo il passaggio dei cosiddetti ufo. Nella casistica sono segnalati centinaia di avvistamenti di questo tipo accaduti nell’arco di cinquant’anni con le relative testimonianze.
All’inizio sembrava qualcosa d’inconcepibile ma dopo aver ripercorso le tappe di questo “mistero” a poco a poco si comincia a fare chiarezza e le tessere del mosaico iniziano a combaciare tra di loro.
Gli avvistamenti di massa del 1954 su Firenze, l’enorme mole di testimoni, i campioni raccolti e la famosa partita di calcio Fiorentina- Pistoiese interrotta per osservare degli oggetti in cielo. Dopo queste premesse iniziali nasce il “mistero dei capelli d’angelo”, se ne continua a parlare per gli anni successivi ma nessuno cerca di andare a fondo per verificare il fenomeno.
Una svolta interessante accade nel 2003 quando un investigatore del Cicap nota dei filamenti cadere dal cielo. Associa il tutto alle vicende del 54, cominciando a scattare delle foto e a prendere dei campioni. Emerge il fenomeno poco conosciuto del ballooning, messo in atto da alcune specie di ragni per migrare. Questi infatti generano dei lunghi filamenti biancastri che portati dal vento assolvono il compito prefissato. Il periodo coincide con quello degli avvistamenti di Firenze.
Segue una parte molto fitta con analisi e controanalisi sui campioni raccolti durante il corso degli anni. Ci si chiede come mai a Firenze il fenomeno abbia assunto delle caratteristiche così marcate.
Dall’analisi dei filmati si vede in modo evidente che i campioni presentati possiedono un aspetto esteriore differente. Cercando di spiegare i fatti del 54 con un’unica spiegazione, si era complicato il mistero allontanando alcune considerazioni molto interessanti. A questo punto si introduce il concetto di cause diverse per fenomeni simili.
Da una parte il ballooning e dall’altra i chaff, contromisure per ingannare il sistema di puntamento di aerei nemici. Manco a farlo apposta nella settimana “incriminata” era in corso un’esercitazione a livello regionale.
Recuperando alcune analisi fatte durante questo periodo si nota che i campioni hanno la stessa composizione dei residui che cadono dopo l’utilizzo dei chaff, avvalorati dal commento di chi ha effettuato l’analisi che proponeva come soluzione del “mistero” questa ipotesi.
Segue una descrizione su questo tipo di sistema di difesa aerea, le caratteristiche, il comportamento, gli effetti e come appare agli occhi di un eventuale testimone.
La sovrapposizione di queste due fenomenologie ha determinato quello che viene ancora oggi considerato il “mistero dei capelli d’angelo”.
Gigi descrive il protocollo della nuova prova con lo stesso pranoterapeuta della scorsa volta. Il pranoterapeuta porterà un pezzo di fegato (acquistato dal macellaio) che verrà ridotto in fettine di dimensioni uniformi. Lo scopo del test sarà quello di verificare la capacità di poter arrestare la putrefazione delle fettine mediante l’imposizione delle mani. Verranno utilizzate sei fette da “trattare” e sei come campione di controllo. Ogni piattino sarà contrassegnato, dopo il trattamento, con una numerazione particolare, creata da Gigi, allo scopo d’impedire ogni tipo d’identificazione. Ogni piatto sarà siglato con un’etichetta e una copia della stessa verrà incollata su di un foglio che conterrà a fianco l’informazione se il contenuto è stato o meno “trattato”.
Finita la prova, i piattini saranno collocati a caso in due cartoni grandi da pizza, in modo da agevolare il trasporto fino allo studio del pranoterapeuta. Dopo una settimana si controlleranno telefonicamente i risultati.
Marco ci racconta ancora un po’ di cose sugli UFO. È il turno dei contattisti: chi sono, cosa fanno, come lo fanno, i resoconti delle loro esperienze e le inevitabili polemiche. Le figure di contattisti più famosi come George Adamsky, Eugenio Siragusa, Billy Meier e il tragico caso terminato con un suicidio collettivo dell’Heaven’s Gate. Dopo il caso Zanfretta si affronta l’argomento degli UFO nel passato, con il mitico astronauta di Palenque e non certo di minore importanza le linee di Nazca.
Queste ultime possono essere realizzate da terra senza l’ausilio di mezzi volanti, utilizzando solamente corde, picchetti di legno e un disegno in scala.
Le ultime parole di Marco sono prese in prestito dal film “Frankenstein Junior”: “…si… può… fare!…”, con chiaro riferimento al lavoro di Joe Nickell che ha replicato il disegno del condor lungo 134 metri, impiegando 5 persone in 2 giorni di lavoro.
Le pause per il caffè, come se non ne avessimo già abbastanza, sono ottimi momenti per formare dei gruppetti spontanei e così si ricomincia con aneddoti, curiosità, esperienze nelle materie di confine.
Dopo il rifornimento Francesco ci relaziona sul rapporto tra il Cicap e gli organi di stampa, a seguire l’esempio delle “mosche morte” rinvenute all’interno dei cerchi nel grano, che viene definita come un’anomalia e l’eterna diatriba sulla definizione della genuinità di un cerchio.
Con la storia delle mosche ci intrattiene per una mezz’ora abbondante con una serie interminabile di informazioni, analisi e fotografie. Termina il suo lavoro con l’analisi del filmato di Oliver Castle sulle sfere di luce che generano il pittogramma nel campo di grano.
Poco prima della fine irrompe in sala Gigliola, che ci invita a recarci all’esterno per vedere “i fegatini di zio Gigi”. In due enormi scatole da pizza sono contenuti i piattini di plastica contenenti le fette di fegato “trattate” e quelle di riferimento, non trattate.
Riprendiamo il corso con l’ultima parte che procede in modo inconsueto. È un dialogo collettivo su vari argomenti come la vita nell’universo, le distanze stellari, domande e risposte come la classica: “ma tu ci credi agli UFO?”. La classica “richiesta” che in molti si sono sentiti porre almeno una volta nella vita. E la maggior parte delle volte si aspettano come risposta un si o un no che in pratica non significa niente e non vuol dire niente.
Segue un’interminabile “raffica” di argomenti, spunti di riflessione, proposte di progetti di lavoro e una lunga serie di teorie molto improbabili.
Vengono illustrati i vari sistemi utilizzati per creare un’aura di serietà attorno a prodotti che nella realtà si rivelano delle autentiche truffe.
Come ci suggeriva in un’intervista Margherita Hack, riguardo ad un misterioso “sistema di protezione biofotonica dagli effetti delle variazioni distorte di provenienza tellurica o cosmica”: <tutta ‘na gran bischerata!>.
Al momento della partenza, Simone non è ancora entrato in macchina e dice: “Gigi, come la mettiamo con l’elastico fuso?”
Avevo dimenticato l’episodio dell’apporto accaduto durante l’andata. Gigi gli risponde di non preoccuparsi e inizia una discussione su come togliere diversi tipi di macchie dai vestiti.
Durante il viaggio Francesco ci intrattiene con le trame dei film di Dario Argento, passando in rassegna tutto il suo repertorio e raccontandoci curiosità e retroscena poco conosciuti.
Gli argomenti trattati in seguito sono i materiali radioattivi, la nobile arte dei grimaldelli, Fulleri e la sindone, il C14 e poi ancora le immancabili scie chimiche e il complottismo. Questi ultimi due argomenti ritornano sempre a farci compagnia durante gli spostamenti.
Giorgio Ferrari
5 risposte
Suggerisco la lettura dell’intervista di un insider che ha lavorato anche per l’esercito: http://www.battitorelibero.it/scie-chimiche-e-cerchi-nel-grano-la-rivelazione-nel-racconto-di-un-insider-opera-aliena-burla-o-qualcosaltro/
Non c’è che dire, una bella fantasia 😉
Non so se scrivo nel posto giusto: posso mandarvi delle foto e la testimonianza mia e della mia compagna: un aereo (caccia per la precisione) arriva circa sopra conegliano veneto, senza emettere alcuna scia, comincia a fare larghi cerchi concentrici emettendo scia circolare, dopo alcuni giri non emette più scia e se ne torna da dove è venuto (direzione aviano). verso est (circa sopra pordenone), notiamo delle scie concentriche, simili a quelle che abbiamo visto, ma in via di dissoluzione probabilmente emesse da un altro velivolo che, per la distanza o perchè se ne era già andato, non abbiamo visto. non ci siamo spiegati cosa fossero, ma ho delle foto e ve le posso inviare, cordiali saluti (p.s.: non sono un “fanatico” di apparizioni)
Non siete attendibili. Partite dal presupposto che tutto sia falso e che TUTTI I TESTIMONI sono pazzi o dei bugiardi. Vergognatevi !
Interessanti gli appunti sull’avvistamento di Firenze del 1954. Ma anche considerando risolta la storia dei capelli d’angelo, sono state fatte (dal CICAP o altri) analisi serie e critiche di quelli che furono gli avvistamenti (visto il gran numero di persone coinvolte)?