Paul Joseph Goebbels, giovane laureato in filosofia, con una gamba più corta che lo faceva zoppicare vistosamente, nel 1922 udì parlare Adolf Hitler e, sedotto dall’oratoria del capo nazista, si convertì alle sue idee e si iscrisse al partito.
Nel 1928 venne eletto deputato al Reichstag; nel 1929 venne ufficialmente incaricato della propaganda su tutto il territorio nazionale. Infine, nel 1933, Goebbels venne chiamato a rivestire la carica di Ministro della Propaganda del primo gabinetto Hitler, carica che manterrà ininterrottamente fino alla fine sua e del Terzo Reich.
In tale veste Goebbels assunse il controllo totale di ogni ramo dell'informazione e della vita culturale e sociale tedesca (stampa, cinema, teatro, radio, sport), ovunque applicando con rigore i principi della "morale nazista" e divenendo così il vero e proprio "dittatore della cultura" del Terzo Reich. Fu il principale artefice delle campagne di "arianizzazione" della cultura che costrinsero all'esilio centinaia di artisti e scienziati, ebrei e non. Tra gli altri, furono costretti a fuggire: Albert Einstein, Sigmund Freud, Bertolt Brecht, Marlene Dietrich e Thomas Mann.
Goebbles diventò il seguace più fanatico di Hitler, fino alla fine. Hitler lo nominò Cancelliere del Reich della Germania nelle sue volontà (con Karl Dönitz come Führer). Il 1 maggio 1945, il giorno dopo il suicidio di Hitler, Goebbels fece dapprima uccidere i sei figli con iniezioni letali, sembra dallo stesso medico che il giorno prima aveva soppresso i cani del Führer. Tuttavia come per i momenti finali di vita di Hitler, i dettagli della morte del ministro della Propaganda e di sua moglie restano poco chiari.
Mentre è certo i figli furono tutti avvelenati mediante cianuro, alcuni sostengono che sparò alla moglie e poi rivolse l'arma verso di sé altri che egli e la moglie, date disposizioni per la cremazione dei loro corpi, si fecero uccidere da un attendente con due colpi alla nuca. Anche se quando i loro corpi vennero trovati dai sovietici erano troppo carbonizzati per discernere la verità.