Houdini:
una storia vera
Introduzione
al libro Il grande Houdini
Ricordo
che era una domenica d'inverno, dalla finestra si poteva vedere la
neve che scendeva silenziosa. Avevo cinque anni e, seduto sul tappeto
nella casa dei nonni, guardavo con la bocca spalancata lo schermo di
un televisore. Era un film e raccontava la storia più bella
che, nei miei pochi anni, avessi mai sentito. Era la storia di un uomo
straordinario, l'eroe che ogni bambino sogna di essere. Meglio di Superman,
perché questa era la storia di un uomo vero, non di un fumetto.
L'eroe si chiamava Houdini e aveva sviluppato una capacità che
nessuno aveva, la capacità di scappare da qualunque forma di
legame o costrizione. Niente lo poteva trattenere: lo legavano con
catene e manette e lo chiudevano dentro una prigione? Dopo dieci minuti
era fuori. Lo infilavano dentro una di quelle camicie di forza usate
per i più violenti criminali e lo appendevano per i piedi a
un grattacielo? Niente da fare, lui scappava anche da lì!
Una volta lo ammanettarono e lo misero dentro una cassa di legno, che
chiusero, inchiodarono e poi calarono nelle acque ghiacciate di un
fiume. Per farlo avevano dovuto tagliare un buco nello spesso strato
di ghiaccio che copriva il fiume. Houdini riesce a scappare dalla cassa
ma poi si trova di fronte una nuova prigione imprevista: quando risale
nell'acqua gelida, per uscire e godersi il meritato applauso, scopre
che il buco non c'è più! Nuota avanti e indietro ma del
buco nessuna traccia. Intanto i polmoni stanno per scoppiare, da troppo
tempo non respira. A quel punto gli viene un'idea: nuota fin verso
la superficie e scopre che tra l'acqua e il ghiaccio c'è una
piccola intercapedine d'aria, che gli permette di prendere fiato. Ma
l'acqua gelida comincia a indebolire anche un fisico eccezionale come
il suo e solo quando tutto sembra perduto e gli strilloni in strada
annunciano già la morte prematura del grande mago, Houdini trova
il buco ed
esce fuori: stremato ma vivo!
Poi, quest'uomo che sembrava invulnerabile e invincibile, che beffava
ogni giorno la morte, riceve un colpo da cui potrebbe non sollevarsi
più: muore la persona che amava più di ogni altra al
mondo, sua madre. Per Houdini è una tragedia, ma forse c'è un
barlume di speranza: forse, anche da una situazione senza uscita come
questa, la fuga è possibile. Lo spiritismo, infatti, dice che
la morte non è la fine e che, grazie all'aiuto dei medium, è ancora
possibile raggiungere e parlare con i nostri cari scomparsi.
Così, Houdini comincia a far visita ai medium, con la speranza
di raggiungere nuovamente sua madre. Ma è una delusione: quelle
persone che dovevano aiutarlo a superare il suo dolore si rivelano
dei ciarlatani. I medium usavano dei trucchi per far volare il tavolino
o per materializzare gli spiriti, ma non avevano tenuto conto del fatto
che non è possibile ingannare un maestro dell'illusione. Il
dolore di Houdini si trasforma in rabbia contro chi specula sulla sofferenza
del prossimo: è l'inizio di una furibonda lotta per smascherare
i ciarlatani d'America. Da eroe spettacolare Houdini si trasforma in
autentico paladino degli indifesi.
Ma un brutto giorno arriva anche il momento in cui la morte, così a
lungo beffata, non ha più voglia di ridere. C'è un nuovo,
rischiosissimo esperimento che Houdini vuole tentare - già il
nome dà i brividi, la chiamano la "Pagoda della tortura
cinese". Si tratta di una cabina di vetro riempita d'acqua fino
all'orlo. Houdini, i piedi immobilizzati in una gogna, verrebbe sollevato
da terra e calato a testa in giù nell'acqua della pagoda, poi
chiusa con i lucchetti. Da questo mortale congegno lui pensa di poter
scappare.
Bess, sua moglie, fa di tutto per convincerlo a rinunciare, minaccia
di lasciarlo se insiste con queste sfide al limite della follia, ma
lui è deciso: niente può fermare Houdini. Così,
arriva il momento dello spettacolo: tutto è pronto, il mago
si prepara all'immersione. Prende un grosso respiro e viene calato
nell'acqua. I lucchetti scattano sul coperchio. Una tenda posta davanti
alla Pagoda copre il segreto della fuga, se mai può essercene
uno... Passa un minuto, due... cinque, sei... Qualcosa è andato
storto, doveva essere già fuori! Si scosta la tenda e si vede
che Houdini pende nell'acqua a testa in giù, privo di sensi.
Il vetro viene subito infranto, l'acqua esce copiosa e inonda la prima
fila. Ma è troppo tardi. Houdini non ce la fa più e stremato,
tra le braccia della moglie, riesce solo a mormorare poche parole prima
di andarsene: "Tornerò, Bess. Se c'è un modo per
ritornare, io lo troverò".
E così finiva il film, e io, seppure commosso, ero ancora più strabiliato:
era una storia incredibile e, fatto ancora più straordinario,
era una storia vera.
Mi ci vollero un po' di anni prima di scoprire che la vita di Houdini
non si era svolta esattamente come raccontato nel film. Alcuni episodi
erano stati romanzati (davvero era ghiacciato il fiume da cui scappò Houdini?),
altri non si erano mai verificati (davvero morì presentando
l'esperimento della Pagoda?): è normale,
quando si deve raccontare sul grande schermo la vita di un personaggio
storico
la tendenza è sempre quella di dare più ascolto alle
esigenze drammatiche della trama, piuttosto che alla verità documentata
storicamente.
Ma più raccoglievo materiale su Houdini e più leggevo
cose su di lui, più mi accorgevo che la scelta degli autori
del film era stata folle:
la vita di Houdini è stata realmente sensazionale, nessuno sceneggiatore
di Hollywood avrebbe potuto inventare niente di meglio!
Leggenda e mistero circondano la figura di Houdini ben prima della
sua morte, anzi dalla sua stessa nascita: cos'altro si potrebbe dire,
infatti, di un uomo che racconta per tutta la vita di chiamarsi Harry
Houdini e di essere nato ad Appleton, nel Wisconsin, il 6 aprile 1874,
quando in realtà era nato a Budapest, in Ungheria, il 24 marzo
1874 e il suo vero nome era Ehrich Weiss?
La sua famiglia è povera e lui stesso si ritrova a elemosinare
per le strade. Ma, nonostante le difficoltà della vita, Ehrich
ha un sogno, vuole diventare un grande prestigiatore. Debutta bambino
nelle fiere di paese e, dopo anni della più dura e umiliante
gavetta nelle bettole più squallide, raggiunge il successo con
la "S" maiuscola,
e diventa famoso in tutto il mondo come il "re dell'evasione",
l'uomo che nessuna prigione poteva trattenere, il più grande
mago di tutti i tempi.
Le sue imprese hanno realmente dell'incredibile e non pochi sono pronti
ad attribuirgli facoltà miracolose. La "divina" Sarah
Bernhardt, l'attrice, gli chiede se, usando la sua magia, può farle
ricrescere la gamba che le era stata amputata. Sir Arthur Conan Doyle,
il papà di Sherlock Holmes, conclude che Houdini riesce a realizzare
le sue fughe perché capace di "smaterializzare" il
proprio corpo. Il presidente americano Theodore Roosevelt si convince
che quell'uomo deve avere delle magnifiche facoltà medianiche,
visto come riesce a "leggergli il pensiero".
Scrittori come James Joyce, H. P. Lovecraft ed E. L. Doctorow immortalano
le sue gesta nei loro romanzi. L'edizione 1920 del dizionario Funk & Wagnall
lo trasforma in un verbo: "to houdinize" (cioè: "liberarsi
o districarsi da restrizioni, legami e simili"); George Bernard
Shaw arriva a dire che le tre più famose figure della storia
sono Gesù Cristo, Sherlock Holmes e Houdini...
Milioni di persone, dagli Stati Uniti alla Russia, dall'Europa all'Australia
vedono in lui non solo un artista eccezionale ma un vero e proprio
simbolo. Un simbolo della modernità avanzante, per cominciare:
nell'epoca delle automobili, dei grattacieli, della radio, del cinema,
dell'aviazione, Houdini è tra i primi a esplorare e a rendere
popolari questi strumenti del progresso. Un simbolo, anche, di libertà e
di speranza. È l'epoca delle grandi migrazioni di massa: chi è povero
lascia il proprio paese in cerca di fortuna all'estero, chi lavora
la campagna se ne va in città. Tutti sperano in un futuro più roseo,
in un cambiamento che permetterà loro di rinascere e di ricominciare
una vita migliore. Houdini, trionfando su ostacoli apparentemente insormontabili,
comunica al mondo, in maniera neanche tanto subliminale, che attraverso
la costanza e l'impegno è possibile riuscirci, è possibile
realizzare i propri sogni. Proprio come ha fatto lui, perfetta incarnazione
del "sogno americano", che da emigrante povero si era trasformato
in una figura tra le più significative del suo tempo.
Houdini, per quanto lusingato da così tante attenzioni, non
si lascia tentare dall'idea di diventare un Rasputin americano. Anzi,
decide di mettere le sue conoscenze e la sua abilità al servizio
del pubblico, ingaggiando una vera e propria crociata contro lo spiritismo
e smascherando centinaia di medium e ciarlatani.
E tutto questo ancora non basta a descrivere la poliedrica personalità di
Houdini che fu, è vero, un grande artista, il più grande
illusionista della storia, ma fu anche un pioniere dell'aviazione (il
primo uomo a volare su un aeroplano in Australia), del cinema (interpretò un
film con Georges Méliès e poi ne produsse e diresse di
suoi), un inventore, uno scrittore, un collezionista d'arte, un benefattore
e un difensore della verità.
Morì - e non avrebbe potuto essere altrimenti - nel giorno più misterioso
dell'anno: il 31 ottobre, Halloween, la notte in cui secondo la tradizione
celtica i morti tornano sulla terra. Qualche tempo dopo la sua morte,
qualcuno arrivò a dire che Houdini era riuscito a fuggire dall'aldilà ed
era tornato tra i vivi: ma la vicenda si rivelò solamente un'ultima
illusione.
E ancora non basta. Ci sono tutte le sue fughe da raccontare, una più impossibile
e spettacolare dell'altra; c'è il suo viaggio tra gli spiriti,
con gli ingegnosi smascheramenti dei medium e l'amicizia trasformatasi
poi in scontro con Conan Doyle; c'è quella volta in cui riuscì a "battere" Jess
Willard, il campione del mondo dei pesi massimi di boxe; e quella sorprendente
relazione con Charmian, la moglie di Jack London...
Insomma, ci sarebbe da scrivere un libro sulla vita di Houdini!
Ecco, questa è un'idea, mi dissi. Non esistono libri simili
in italiano e io ho così tanto materiale su di lui, ho visitato
la sua collezione personale di libri e documenti conservata alla Biblioteca
del Congresso di Washington, ho mantenuto contatti per anni con i principali
esperti internazionali e ho avuto la fortuna di studiare e lavorare
con James Randi, un autentico Houdini moderno.
Così, ho cominciato con entusiasmo questa nuova avventura. È stato
un viaggio affascinante, divertente e qualche volta anche toccante.
Il risultato è stato il libro che tenete ora in mano, quello
che mi ha dato più soddisfazione scrivere. Ora tocca a voi partire
per questo viaggio emozionante e spero vi divertirete come mi sono
divertito io.
È
un viaggio, comunque, che non si esaurisce con queste pagine, perché ci
sono cose che non basta leggerle, ma bisogna proprio vederle e ascoltarle
per poterle vivere pienamente. Questa però è un'altra
storia, e chi la vorrà conoscere non avrà che da mettersi
in contatto con me.
Ora le luci in sala si stanno abbassando, l'orchestra intona una marcia,
il sipario si apre e là, sul palcoscenico, avanza un uomo dal
sorriso contagioso, un uomo che per le prossime ore saprà tenerci
tutti col fiato sospeso.
Signore e signori: IL GRANDE HOUDINI!
Massimo Polidoro
(Introduzione
de Il
grande Houdini)
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