Una
serata da ricordare
Silvan
regala un po’ della sua “magia” al Convegno
del CICAP
Sto passeggiando accanto a una leggenda! Non è un banale modo di dire,
in questo caso è proprio così. Mi sento come se avessi un’esperienza
fuori dal corpo e riesco a vederci, noi due, mentre passeggiamo soli nella
città fredda, avvolta ormai nel sonno della mezzanotte passata. Da una
parte ci sono io, imbacuccato nel mio cappotto, dall’altra, nel suo elegante
impermeabile, è Silvan.
È
quasi la fine di una giornata ricca di avvenimenti: le prove in teatro, l’apertura
del Convegno, le interviste con i giornalisti, “l’emergenza omeopatia”… ma
a un certo punto della mattinata è arrivato Silvan. Ha provato per alcune
ore in teatro, con il figlio Stefano, gli assistenti e tre ballerine: tutto
doveva funzionare perfettamente per la serata, le luci, le musiche e tutti
i tempi dovevano essere perfetti e coordinati. Nel pomeriggio si è svolto
il Convegno come previsto e poi, mentre tutti erano a cena, Silvan e la sua
troupe sono tornati in teatro per nuove prove e nuove verifiche dello spettacolo
da presentare.
Riesco ad arrivare in teatro un’oretta prima dell’inizio della
serata, per verificare che tutto dietro le quinte sia a posto, e ho modo di
sbirciare qualche momento delle prove di Silvan. Ed è qui che ho modo
di vedere un vero artista all’opera, un professionista come difficilmente
se ne incontrano oggi: ogni spostamento sul palcoscenico è contrassegnato
da strisce di nastro adesivo, ogni parola è quella giusta, niente chiacchiere
a ruota libera per riempire i silenzi, niente farfugliamenti imbarazzanti.
A pochi minuti dall’inizio Silvan conclude le prove e si ritira nel suo
camerino per rilassarsi e concentrarsi in vista dell’inizio. Non mangia
niente - e infatti solo così si spiega la sua forma asciutta e snella – ma
chiacchiera amabilmente con tutti, improvvisando apparizioni e sparizioni di
sigarette per i pompieri allibiti e preoccupati. Poi, mi invita con fare cospiratorio
nel suo camerino e mi consegna una busta. “Ecco, questo è per
te”, dice. Lo apro e trovo un kit per creare fenomeni misteriosi nelle
sedute spiritiche. “Apparteneva a un medium degli anni ‘20”,
mi spiega Silvan. “L’ho avuto da Corinda”. E per chi si intenda
di illusionismo sa che ho tra le mani un autentico cimelio.
Il pubblico intanto prende posto in sala e affolla il teatro: alla fine non
rimane più una poltrona vuota. Tutti vogliono vedere Silvan ma non sanno
che avranno una sorpresa.
Il progetto originale, infatti, era quello di presentare una sorta di talk
show, in cui ripercorrere la carriera strabiliante di Silvan, vedere rari filmati
delle sue imprese più celebri e, magari, osservarlo esibirsi dal vivo
in qualche magica illusione. Invece, una settimana prima del Convegno, Silvan
mi aveva telefonato per informarmi che voleva fare un regalo al CICAP: un’ora
intera di autentico spettacolo! Sessanta minuti di grandi illusioni, con l’assistenza
della sua compagnia e di tre ballerine che, a turno, vengono fatte scomparire,
sono tagliate a pezzi o fatte levitare a mezz’aria… Tutto gratis,
naturalmente!
Per il CICAP è davvero un regalo grandissimo e per me ancora di più, è un
bel sogno che si realizza: non è da tutti poter osservare in azione,
da dietro le quinte, un’artista che hai sempre ammirato. Non che si vedano
i trucchi (anche da dietro le quinte non si vede nulla), ma si vede la bravura,
la precisione, l’abilità di Silvan nell’affrontare gli imprevisti
e risolverli senza che il pubblico in sala si accorga di niente. Ecco, credo
che questo sia il modo migliore per riconoscere l’artista dall’improvvisatore
e Silvan, l’ho già detto ma lo ripeto volentieri, è prima
di tutto un grande artista.
Il pubblico lo sa e si gode lo spettacolo senza fiatare: un’ora di filata.
E poi – non è finita – ecco che comincia il talk show. Prendiamo
posto sul palco e per altre due ore Silvan si racconta, rivela fatti poco noti
e aneddoti insoliti, stupisce con altre magie e illusioni e diverte tutti con
il suo umorismo. Insomma, passano tre ore ma sembrano volare via.
Eppure, Silvan ancora non è stanco e invita tutti a raggiungerlo nel
foyer, dove si intrattiene con gli spettatori un’altra oretta, finché tutti
i suoi ammiratori hanno potuto farsi una foto con lui o avere una dedica sul
suo Trattato di magia (Salani Editore).
Poi, la gente torna a casa e anche per Silvan è ora di raggiungere l’albergo. “Cosa
dite”, chiede prima di andare, “facciamo ancora quattro chiacchiere?” E
così eccomi lì, accanto a quest’uomo che ha girato il mondo
non si sa quante volte, che ha lavorato con le più grandi vedette di
Las Vegas e Hollywood, da Frank Sinatra a Rita Hayworth, da Marlene Dietrich
a Bing Crosby, che ha vinto per ben due volte (unico non americano) l’Oscar
mondiale della magia… e, dunque, non vuoi parlare di leggenda? A mio
modesto parere sono tre i nomi più grandi che l’Italia ha regalato
alla storia della magia: Pinetti nel XVIII secolo, Bosco nel IX e Silvan nel
XX e XI secolo, non ci sono santi!
Così è quasi l’una, siamo arrivati all’albergo ma la
serata non è ancora finita: ci raggiungono Steno Ferluga e Marco Morocutti
e, in una saletta riservata dell’Hotel Posta, Silvan si rilassa e, instancabile,
ci racconta dei suoi incontri con finti medium e ciarlatani veri, ci rivela verità e
segreti su tanti famosi impostori e, tra un succo di frutta e un sorriso le ore
volano. Ancora non basta? Ecco che Silvan chiede a Morocutti una moneta da 100
lire, la appoggia sul palmo di una mano e… voilà, le 100 lire si
sono trasformate in una grossa moneta d’argento. Ancora un delicato movimento
della mano e la moneta questa volta diventa… una conchiglia!
Cosa altro vuoi dire dopo una serata così? Che è stata memorabile?
Be’, come minimo: per me è stata una bellissima serata, una di quelle
che ti rimangono nel cuore e a cui ripenserò ogni tanto con orgoglio.
Ah, stavo quasi per dimentiarmi la ciliegina sulla torta! Sulla porta, al momento
di salutarci, Silvan mi stringe la mano e mi dice: “Sai, per tanti motivi
non ho mai avuto allievi, persone a cui trasmettere ciò che ho imparato
in tutti questi anni… però, se ti va, un giorno mi vieni a trovare
a Roma, passiamo una giornata insieme e ti insegno il celebre trucco con le carte
di quel famoso sensitivo, quello in cui riesci a far comparire la firma sulla
carta pensata dallo spettatore…” Cosa pensate che abbia risposto?
Massimo Polidoro
(Da
Scienza & Paranormale n.
41, Gennaio/febbraio 2002)
|